Da più parti l’impatto dell’elettrico sul mercato automobilistico mondiale è stato percepito come una vera e propria rivoluzione pronta a sconvolgere le abitudini di tutti. In realtà questo passaggio così epocale sembra ancora piuttosto lento e quindi lontano da una completa realizzazione. Ci sono una serie di ragioni per le quali la transizione, che in molti si auguravano anche da un punto di vista ambientale, sta trovando diversi ostacoli. L’ultimo in ordine cronologico è da riscontrare nella crisi internazionale che, a cascata, sta interessando vari settori senza risparmiare quello automobilistico. L’incertezza riguardo alla situazione globale, la carenza di componenti dell’auto: queste sono solo alcune delle ultime problematiche che hanno impattato sull’ascesa dell’elettrico. Ma non sono le uniche: ci sono almeno altri tre macro argomenti che vanno considerati. Vediamoli insieme in questo articolo
Il costo dell’auto elettrica, un gap ancora ampio
Quando si acquista un’auto come prima cosa è inevitabile buttare un occhio al prezzo. Fatta eccezione per le automobili di lusso, che hanno un altro mercato e quindi anche un altro target di riferimento (pubblico alto spendente, che non guarderà al prezzo come prima cosa), di solito si cerca di risparmiare qualcosa a parità di condizioni dell’auto. D’altronde stiamo parlando di un investimento molto impattante da un punto di vista economico, per cui in media è normale che si guardi prima al proprio portafogli rispetto magari a scegliere un optional in più o un’auto più accessoriata. Questa premessa per dire che la principale ragione per la quale le auto elettriche non hanno ancora fatto breccia sul mercato, è che il loro prezzo è mediamente troppo alto. Prendiamo l’esempio della Fiat Panda, che anche quest’anno si è confermata l’auto più venduta in Italia: il suo prezzo nella versione elettrica si attesta poco sotto i 18mila euro, il che non fa di certo propendere all’acquisto la maggior parte delle persone. La Panda è infatti l’utilitaria più amata dagli italiani (almeno stando ai dati di vendita), proprio perché è un’auto comoda specie in città e perché è in assoluto una delle vetture più economiche in circolazione.
Il problema delle colonnine elettriche
Per far sì che ci sia una svolta green, e quindi per vedere le strade piene di auto elettriche in circolazione, c’è bisogno che le città siano “tappezzate” di colonnine elettriche. L’autonomia delle vetture elettriche com’è noto è piuttosto esigua, per cui bisogna che almeno tutte le stazioni di servizio italiane siano dotate di colonnine elettriche. In molti si stanno attrezzando anche nei garage di casa, specie con l’ascesa dei progetti di case domotiche, ma c’è ancora molto da fare prima di giungere ad una distribuzione capillare per la ricarica. Inoltre c’è il problema tempo, perché una sosta in autogrill comporterebbe uno spreco di tempo troppo elevato per la ricarica di un’auto elettrica. E infine c’è la questione relativa alla benzina e tutto l’indotto che ne deriva, compresi gli addetti ai lavori. Come verrà gestita questa transizione?
Il problema dello smaltimento delle batterie
Accennavamo ad una possibile svolta green in caso di circolazione totale di vetture elettriche. Questo è vero da un lato, perché ci sarebbe la drastica riduzione di emissioni di Co2, ma da un altro lato si aprirebbe la grande incognita relativa allo smaltimento delle batterie. In caso di circolazione massiva di auto elettriche infatti, il numero di batterie da smaltire sarebbe davvero elevatissimo. Ad oggi non sembra esserci una risposta concreta a questa esigenza.
L’ibrido come ponte verso l’elettrico?
Se è vero che l’elettrico non ha ancora preso piede del tutto per le ragioni elencate in precedenza, è altrettanto vero che l’ibrido può rappresentare il ponte di unione verso questa transizione definitiva. La vendita di auto ibride è in crescita costante, segnale che le persone percepiscono tale soluzione come la più consigliata in questo periodo storico. L’ibrido consente infatti di sperimentare una doppia strada: da un lato si può circolare in maniera totalmente elettrica, mentre dall’altro lato c’è l’autonomia a benzina. L’ibrido rappresenta il 9% del mercato attuale, a fronte della sola fetta del 2% coperta dall’elettrico. Il restante 89% sceglie invece ancora benzina e gasolio, a dimostrazione del fatto che c’è ancora parecchia strada da fare prima di cambiare definitivamente rotta.